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La Finanza Sostenibile alla prova del COVID-19

La Finanza Sostenibile alla prova del COVID-19

PIESSEPI ha avuto l’opportunità di ospitare all’interno dei propri webinar di formazione per le aziende Francesco Bicciato, segretario del Forum per la Finanza Sostenibile. Questa associazione composta da operatori finanziari e altre organizzazioni attente all’impatto ambientale e sociale degli investimenti.

L’approccio sostenibile alla finanza non è certamente materia nuova, ma negli ultimi anni è cresciuta in maniera decisa la sensibilità verso gli investimenti che integrino i criteri ESG nella propria strategia di medio-lungo periodo.

La grande domanda che gli stakeholder del settore si pongono oggi è questa: il Coronavirus e la crisi economica generata dalla pandemia daranno un impulso positivo agli investimenti sostenibili o rischiano di rallentare questo processo?

Premettendo che un ruolo decisivo sarà esercitato da governi e politica, a partire da Green Deal Europeo e Next Gen Ue entrambi finalizzati alla riduzione delle emissioni di CO2 nel continente, una prima risposta è già arrivata dal mercato finanziario proprio all’esordio della prima ondata pandemica.

Se all’inizio del primo trimestre del 2020 il mercato cumulativo finanziario degli ESG leader e degli ESG laggard (ritardatari) viaggiava sullo stesso binario, da metà gennaio abbiamo avuto uno spread a favore dei soggetti attenti alla sostenibilità. Situazione simile, spostata di qualche settimana, si osserva per quanto riguarda il rendimento complessivo del mercato delle obbligazioni, con gli ESG leader che hanno aumentato il proprio valore rispetto al complesso dei soggetti in ritardo su questi valori.

La situazione si cristallizza in maniera simile per le performance dei fondi, sovrapponibili tra ESG e non ESG dal 2007 fino ad inizio pandemia, decisamente favorevoli ai fondi ESG da inizio 2020.

Anche l’opinione pubblica, secondo le ricerche di mercato del Forum per la Finanza Sostenibile, si aspetta un effetto positivo della pandemia sugli investimenti sostenibili, con i settori farmaceutico, hi-tech, e-commerce e agroalimentare indicati come quelli su cui scommettere.

Passando alle aziende, in particolare le Piccole Medie Imprese tanto importanti per l’Italia, quali sono le aspettative sul futuro? Facendo una rapida sintesi solo 15% ritiene che l’attenzione verso la sostenibilità diminuirà, percentuale identica a chi dichiara che la sostenibilità non è un elemento prioritario per la propria strategia aziendale. Dall’altra parte sette aziende su dieci già raccolgono i dati relativi agli ESG e l’80% ritiene che l’erogazione del credito dovrebbe essere subordinata alla valutazione di questi criteri.

L’aspetto forse più interessante della vicenda è analizzare quale valore aggiunto venga percepito dalle aziende stesse nel praticare la sostenibilità: il 73% degli imprenditori riconosce un beneficio in termini di marketing, il 52% sulla reputation del brand, il 39% su clima e cultura aziendali, il 27% su riduzione dei costi e il 21% sulla solidità economica.

Il terreno dunque sembra essere propizio e gli stakeholder della finanza sostenibile chiedono alle istituzioni ulteriori passi avanti come l’emissione di bond nazionali e regionali legati all’impatto dell’investimento sui territori, la modifica dei vincoli di bilancio a favore degli investimenti sostenibili e l’incentivo a linee di credito attente agli SGDs dell’Agenda Onu.

Tornando alla domanda iniziale, il COVID avrà un effetto negativo sulla finanza sostenibile? Tutti gli elementi di cui abbiamo parlato ci suggeriscono il contrario. Mercato, istituzioni e stakeholder finanziari sembrano allineati nel ritenere che la crisi darà un impulso decisivo a favore di chi investe in sostenibilità. Anche le aziende italiane sono spesso più preparate di quanto si possa credere. Il successo starà come sempre nella capacità di guardare al futuro con una strategia di medio-lungo periodo, di fare sistema e di riuscire a comunicare efficacemente la direzione che si vuole intraprendere.

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